Quotidiano | Categorie: Ambiente, Associazioni

Superstrada Pedemontana Veneta, una cittadina: "tutto questo cemento nell'ovest vicentino favorirà i fenomeni estremi"

Di Lettere al direttore Martedi 31 Luglio 2018 alle 20:58 | 0 commenti

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Il recente rapporto - scrive Daniela Muraro in rappresentanza dei cittadini/e di Montecchio Maggiore contrari alla Pedemontana - dell'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) sul consumo di suolo negli anni 2016 e 2017 colloca il Veneto prima regione d'Italia per incremento del consumo, mentre per il suolo già occupato il Veneto segue la Lombardia, prima in classifica. Il comune di Trissino si trova persino in cima alla graduatoria nazionale dei comuni più cementificati. Non sorprende: tra Montecchio Magg. e Trissino fervono i lavori per la superstrada a pedaggio Pedemontana Veneta che attraverserà sopraelevata la provinciale 246 per Valdagno-Recoaro. 

La provinciale è stata (ma i lavori sono in corso) abbassata ed affiancata da profonde paratie. La valletta di Valbona, una volta ricca d'acqua, di erba sempre fresca e di fiori, è stata in buona parte asfaltata per agevolare i camion impegnati nei lavori della galleria e ora anche per realizzare il tratto di Pedemontana che in galleria poi entrerà. Pochi metri più avanti alla sinistra della 246 c'è la fabbrica Mastrotto in corso di apliamento (concessione edilizia del comune di Trissino) ma il cosidetto ampliamento moltiplica per 4 l'edificio preesistente conseguendo così una piattaforma di cemento corrispondente e 3 campi di calcio. Accanto, sul retro della Mastrotto procede lo scavo, onde lasciare spazio alla Pedemontana, per la 4° deviazione del torrente Poscola. Il torrente Poscola, così come è avvenuto per gli altri tratti deviati, verrà presumibilmente canalizzato cioè cementificato con perdita della tipica flora e fauna e con velocizzazione dello scorrimento dell'acqua.. Un chilometro più avanti sempre lungo la provinciale 246, accanto alla fabbrica Miteni, ci sono i capannoni Marzotto per cui il colle di Sant'Urbano è stato, con 280 tonnellate di esplosivo, squaciato per ricavarne la galleria che aggirando il grande prato di proprietà di Marzotto, ne ha permesso l'edificazione. Siamo sempre nel comune di Trissino.
Il pericolo idrogeologico che tutto questo cemento unito alla manomissione del territorio comporta, è intuibile.
Nell'estate del 2015, all'interno del grande alveo  delle Rotte del Guà (a 500 metri dalla suddetta provinciale) furono tagliati migliaia di alberi cresciuti lì  sin dall'inizio del '900. Essi oltre alla funzione drenante, costituivano un'oasi ospitante numerose specie di uccelli (vedi libro di Doriano Fabbrinetti). Scopo del devastante intervento è la realizzazione di un bacino voluto e progettato, con l'accordo dei comuni interessati Arzignano e Trissino, dal consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta. La Regione ne è il finanziatore. Questa decisione fu presa in nome della sicurezza idrogeologica!
Stanno realizzando la Pedemontana con migliaia  di tonnellate di prefabbricati di cemento che hanno lo scopo di arginare le sponde della superstrada in trincea e delimitarne i confini invece di sponde verdi declinanti e normali reti. Tutto questo cemento innalzerà  la temperatura del microclima della fascia pedemontana, oltre ad ostacolare lo scorrimento dell'acqua e favorirà i fenomeni estremi: siccità, grandine e bombe d'acqua, acqua che rovinosamente scorrerà non trovando terreno sufficiente per infiltrarsi.


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