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Pfas, M5S: “Chi fa i controlli cerca e rileva solo una piccola parte"

Di Redazione VicenzaPiù Venerdi 14 Luglio 2017 alle 17:33 | 0 commenti

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Conferenza stampa, oggi 14 luglio, a Padova, del Movimento 5 Stelle per parlare di inquinamento da Pfas, con la presenza del capogruppo in Consiglio regionale del Veneto, Jacopo Berti, della consigliera comunale di Montecchio Maggiore, Sonia Perenzoni, e dell'Assessore all'Ambiente del comune di Sarego, Flavio Zambon. "Siamo qui per denunciare i limiti dei controlli che vengono effettuati sulle sostanze perfluoroalchiliche" - esordisce Jacopo Berti.

 

"Chi ha la responsabilità dei controlli, sta cercando e quindi rilevando solo una piccolissima parte dei Pfas presente nell'acqua; fino ad oggi, sono stati infatti quantificati, nelle varie matrici ambientali e anche nel sangue, solamente i composti perfluorati a catena lineare e non quelli ramificati (ovvero gli isomeri, con uno o più atomi di carbonio in catena laterale, che presentano strutture chimiche diverse ma con la stessa formula, ovvero con lo stesso numero e tipo di atomi coinvolti), di cui non si conoscono né la quantità precisa, né soprattutto la pericolosità. In pratica, è come avere in mano la fotografia di uno skyline, ma poi voler soffermare l'attenzione solo su un determinato grattacielo, trascurando tutti gli altri. Illogico".

"Si può in linea generale ipotizzare - gli fa eco la consigliera di Montecchio - che il comportamento chimico e fisico di due isomeri non differisca molto l'uno dall'altro, e quindi anche le loro proprietà tossicologiche e i loro effetti sull'ambiente e sull'uomo, anche in base ai limiti tabellari di cui al D.Lgs 152/06, per il quale sostanze simili vanno parificate. Nel caso specifico, la formula chimica tra Pfas lineari e ramificati è la stessa, cambia solo la disposizione di uno o più atomi di carbonio, quindi...".

"Già i valori dei Pfas presenti nel sangue delle persone che abitano la cosiddetta ‘zona rossa' sono elevati - ribadisce quindi Zambon - tuttavia, se si tenesse conto anche dei composti perfluorati ramificati, i valori sarebbero sicuramente decuplicati e l'allarme inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche raggiungerebbe un livello elevatissimo".

"Lunedì prossimo - annuncia il capogruppo M5S in Consiglio regionale - protocolleremo una mozione che impegna la Giunta regionale a chiedere agli Enti gestori delle acque di quantificare tutti i composti Pfas presenti nell'acqua di acquedotto e nei pozzi privati, ad attivarsi affinché anche l'Istituto Superiore di Sanità fissi dei limiti precisi per i Pfas ramificati, nonché per far inserire anche i composti perfluoroalchilici ramificati all'interno del biomonitoraggio, sia sulle persone, sia sugli animali e vegetali".

"E ci batteremo attraverso l'impegno dei nostri parlamentari - sottolineano i tre esponenti del Movimento 5 Stelle - affinché il Governo allarghi lo spettro degli elementi inquinanti da monitorare. D'altra parte, gli attuali strumenti utilizzati per analizzare i Pfas sono perfettamente in grado di rilevare sia i Pfas a catena lineare, che gli isomeri".

"Allora mi chiedo - dice Perenzoni - perché vengano invece quantificati solo i Pfas a catena lineare, e per quale motivo quindi ci fermiamo a solo 12 composti inquinanti, quando il loro numero è in realtà ben maggiore...".

"La realtà è che chi ha il potere e l'onere di garantire la sicurezza dei cittadini veneti non lo sta facendo - puntualizza il consigliere regionale - La Regione avrebbe la possibilità di chiedere almeno la temporanea sospensione della produzione di Pfas da parte della ‘Miteni', per poter operare tutte le necessarie verifiche che garantiscano effettivamente la piena tutela della salute dei residenti. C'è un principio di buon senso, peraltro ripreso dalla normativa italiana ed europea, che è quello di precauzione. Fermiamoci quindi un momento e approfondiamo la questione".

"Chiediamo semplicemente che venga fatta chiarezza in ordine ai Pfas - chiosa Jacopo Berti - non vogliamo certo alimentare ingiustificati allarmismi nella popolazione. Noi presentiamo dati oggettivi, frutto di analisi tecniche, peraltro forniti dai laboratori tecnici della ‘Miteni', e chiediamo solo che vengano analizzati, valutati e interpretati in modo corretto ed esaustivo, che ci siano fornite risposte adeguate, possibilmente in tempi rapidi. Ritengo che non faccia male solo ciò che abbiamo normato, bensì quello che è veramente nocivo, in senso oggettivo, al di là dei limiti stabiliti per legge. Alla base del mio ragionamento, c'è un concetto elementare: nel momento in cui è presente un determinato ‘agente' che altera lo status naturale dell'ambiente o del corpo umano, allora devono essere presi precisi provvedimenti precauzionali, anche se non è subito dimostrato l'effetto inquinante. Chiediamo alla Regione Veneto di rimettere al primo posto la salute dei suoi cittadini".


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