Pfas, Zaia lancia un'indagine sui terreni della Miteni
Lunedi 20 Febbraio 2017 alle 16:18 | 0 commenti
In relazione alla problematica dell'inquinamento da sostanze perfluoro-alchiliche (Pfas), la giunta regionale ha appena adottato un provvedimento con cui dà incarico ad ARPAV di approfondire, in tempi rapidi, con una indagine di massimo dettaglio, lo stato della contaminazione di tutte le matrici ambientali coinvolte nell'area in cui insiste l'azienda Miteni a Trissino (Vicenza). Lo ha reso noto oggi il presidente della Regione Luca Zaia in occasione del sopralluogo al cantiere per la realizzazione del bacino di laminazione nel territorio del comune vicentino.
"Viviamo insieme ai sindaci - ha detto Zaia - le difficoltà conseguenti a questa situazione. Fin da quando è emersa quest'emergenza ambientale, la Regione si è immediatamente attivata per la messa in sicurezza delle acque, in particolare con i filtri. Sono stati avviati piani di monitoraggio sanitario sulla popolazione esposta e sui lavoratori della Miteni. Ricordo inoltre che, tutte le carte sono state sempre inoltrate anche alla Procura".
"Il nostro impegno continua - ha aggiunto - e tra le iniziative, anche operative, che possono ulteriormente essere messe in campo per ottenere le più approfondite informazioni sullo stato di eventuale contaminazione di tutta l'area interessata, abbiamo dato mandato ad ARPAV di elaborare, in accordo con il Comune di Trissino, una dettagliata mappatura delle presenze di inquinamento nel sottosuolo. Si tratta di una campagna di carotaggi a maglia stretta spinti in profondità , anche fino a 10 metri - sui 67 mila mq. delle aree esterne e interne all'impianto della Miteni. Speriamo che l'azienda aderisca spontaneamente a questo piano di caratterizzazione di tutta l'area. Diversamente l'ARPAV prenderà contatto con la Procura. Il nostro obiettivo è chiarire se ci sono inquinanti nel terreno, dove sono, che cosa sono e se possibile individuare da chi provengono".
Con una nota del 25 gennaio scorso, la stessa società Miteni spa aveva informato la Regione che era stata riscontrata la presenza di rifiuti interrati rinvenuti durante l'esecuzione di indagini integrative effettuate lungo l'argine del torrente Poscola, entro la fascia di rispetto idraulica.