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Le ultime da Bruxelles su BPVi e Veneto Banca. "Fabrizio Viola, lei è ottimista o no?": la seconda...

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Mercoledi 24 Maggio 2017 alle 21:00 | 0 commenti

Fabrizio Viola e Cristiano Carrus hanno varcato stamattina tardi la porta della Commissaria Europea alla Concorrenza, cioè la responsabile dell'Antitrust Margrethe Vestager, proprio mentre avveniva qualcosa, il primo downgrandig, da Aa3 a A1 della Cina neo capitalista, di più epocale, ci perdonino i nostri lettori locali, della possibile "risoluzione" della Banca Popolare di Vicenza e/o (anche a vocali invertite) di Veneto Banca di cui i due Ad sono venuti a Bruxelles a perorare la causa "implorando" l'applicabilità dell'intervento di Stato sotto forma di "ricapitalizzazione pracauzionale" per degli spiccioli come 6.4 miliardi di euro almeno di cui, però, l'Europa vuole che almeno un miliardo fresco, conversione di bond subordinati per 740 milioni e anticipo di Atlante per 900 milioni a parte, arrivi da ormai sorde casse private.

Per avere conferma di questa chiusura basta leggere in sequenza le dichiarazioni tombali odierne di Carlo Messina, l'Ad di Intesa Sanpaolo, l'unica banca in reale salute del sistema Italia, che piange miseria dopo aver raccolto gran parte delle decine di miliardi di depositi fuggiti oltre che dalle 4 "good banks" già risolte e da MPS anche dalle due venete, quelle altrettanto contrarie di Giuseppe Castagna, consigliere delegato del gruppo Banco BPM, reduce da una recente fusione con tanto di nuovo aumento di capitale, e il pianto veneto, non greco, ma simile visti i tempi, del governatore Luca Zaia, superato per nullità solo dal mutismo, tipico quando non c'è da autocelebrarsi, di Achille Variati che, pure, da Sindaco e presidente della provincia di Vicenza dovrebbe preoccuparsi di questo territorio e della sua ex banca di... sistema, che da presidente dell'UPI, l'associazione di tutte le province d'Italia dovrebbe pur rivolgere uno sguardo pietoso anche verso quella di Treviso, in cui alberga Montebelluna, e che da membro del Cda di Cassa Depositi e Prestiti dovrebbe almeno preoccuparsi di come siano svanite centinaia di milioni versate da CDP ad Atlante su richesta ("moral suasion"?) del governo della sua parte politica.

Ma cosa Viola e Carrus possono pensare di ottenere, politicamente, in Europa se ai comodi slogan anti governativi e postumi di Zaia e al boccheggiare del pesce fuor d'acqua (del coraggio) Variati si aggiunge il niet odierno, preventivo e poco "precauzionale" dei "privati" italiani, in primis Intesa, che, non dimentichiamolo, aveva garantito il primo aumento di capitale di Veneto Banca per poi sottrarsi all'impegno approfittando del passo indietro con la BPVi di Unicredit, che si era accorta del suo buco voragine da 13 miliardi, coperto il quale, anche grazie al subentro politico di Atlante al suo posto per il salvataggio della Popolare vicentina, il suo Ad Jean Pierre Mustier oggi decanta le virtù dell'Italia?

Cosa possono aver ottenuto oggi da Vestager Viola, Carrus e le "banche venete", senza, però, i capitali degli imprenditori e uomini d'affari veneti che di coraggio ne hanno avuto solo quando c'era da speculare con i soldi di decine di migliaia di piccoli azionisti, arraffarne i vantaggi e poi... scappare?

Con quale spiraglio potranno tornare a Vicenza e Montebelluna i due Ad se gli uomini guida del Veneto e di Vicenza sono stati non incapaci ma addirittura inetti nel disegnare e attuare una politica veneta se non a parole salvo poi lamentarsi dello scarso peso a Roma e in Europa della regione più produttiva, bla bla bla...?

Come se  quel peso non dovessero farlo valere loro, i politici, che, però, prima, hanno inneggiato alle capacità di Gianni Zonin, con Variati suo prima fan, e di Vincenzo Consoli, con Zaia così soddisfatto da investire personalmente su Montebelluna (oculatamente, forse, se avesse contato solo la realtà dei numeri) poi si orientavano soprattutto sul vignaiolo gambellarese e mai si accorgevano di quello che qualche giorno fa ha raccontato con lucidità in Consiglio regionale, tra gli sbadigli generali, il consigliere di maggioranza Antonio Guadagnini che, poi, per far conoscere il suo pensiero ai veneti fuori dalle mura di Palazzo Fini, ha dovuto provare a convincere alcuni giornali tra i pochi disponibili a farlo per pubblicare il documento letto in Regione (W la libertà di stampa e la dignità di editori e gionalisti).

Ma oggi Zaia e Variati saranno con la Cina che ha protestato ("approccio sbagliato" è la risposta del ministero delle Finanze cinese sui "democratici" quotidiani post Mao Tse Tung) contro le diaboliche agenzie di rating, come facevano solo pochi anni fa, con i media di regime locali a fare da loro cassa di risonanza, tal Gianni Zonin e i fidi scudieri Samuele Sorato e Giuseppe Zigliotto, che inveivano contro il complotto di Fitch e Standard & Poors, che ce l'avevano con la performanet BPVi, come oggi Moody's si becca gli anatemi della Cina perchè si è permessa di ridurne il rating.

Se tanto mi dà tanto, si preoccupi la Cina del segnale di Moody's ma non si aspettino i solo apparentemente diversi Zaia e Variati e i loro lacchè politici e pseudo imprenditoriali, di cui poco ci imporerebbe se non fossero stati complici e concause dello sfascio attuale, di potersela cavare con i citadini elettori con un autoassolvente e cinico "è colpa del Governo ladro!".

Oggi, intanto, come era prevedibile, alla fine degli incontri, al cui inizio Fabrizio Viola si era detto "incerto se essere ottimista oppure no" (la seconda direbbe Corrado Guzzanti), non sono stati emessi comunicati sull'esito delle conversazioni, che comuqnue avrebbero confermato la richiesta europea di capitali privati.

Mentre chiudiamo, alle 21 questa nota, la temperatura a Bruxelles, questo è l'unico dato certo, segnava 18°, 5 gradi in meno che a Vicenza e 4 in meno che a Montebelluna, con la solita, piccola, differenza tra i numeri trevigiani rispetto a quelli vicentini... se a vantaggio o a svantaggio ce lo diranno BCE e Bankitalia, i loro ispiratori e il Kim Jong-un di Bruxelles e/o Francoforte che vuole fare un test di bail in alla coreana.


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