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Il destino del lupo è appeso a un filo, Scarabel (M5S): “Fermare questa assurdità prima che inizi la strage”

Di Note ufficiali Mercoledi 1 Febbraio 2017 alle 18:04 | 0 commenti

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Domani si decide il destino del lupo in Italia. Il 2 febbraio, infatti, è la data fissata per la conferenza Stato Regioni che potrebbe approvare il piano proposto dal Ministero dell'ambiente. Nel mirino ci sono i lupi, gli ibridi e altri tipi di canidi, in deroga alle direttive europee e alle leggi statali. A decidere, si legge in un comunicato del M5S, saranno il ministro per l'ambiente - lo stesso che ha dato il via alla cementificazione selvaggia, agli inceneritori e alle trivellazioni in mare con lo Sblocca Italia - e i governatori delle Regioni. "Una licenza di uccidere che non possiamo accettare - avverte il consigliere regionale veneto del Movimento 5 Stelle Simone Scarabel - e che potrebbe cancellare decenni di battaglie per salvare il lupo dall'estinzione.

Oggi chi cattura o uccide un lupo rischia l'arresto, mentre con il progetto del ministero che si voterà domani torneremo indietro al secolo scorso e tutto questo lavoro, anche culturale, sarà stato gettato al vento". Secondo gli addetti ai lavori questo provvedimento favorirà il bracconaggio e gli abbattimenti fuorilegge, compresi quelli da parte di allevatori preoccupati per la sorte delle proprie mandrie. "Ma il Governo è passato direttamente alla redazione del piano - sottolinea Scarabel - senza minimamente pensare a incentivi per i privati e le aziende che potrebbero trovarsi di fronte a problemi di convivenza con i lupi. L'uso dei recinti elettrificati o dei cani da pastore non viene ritenuto utile dal Governo, che se ne frega anche della direttiva Habitat nonostante il rischio di incorrere nell'ennesima procedura di infrazione europea". "Il Movimento 5 Stelle dice NO alla licenza di uccidere i lupi - conclude il consigliere - fermiamo insieme questa strage senza precedenti, che attacca la biodiversità del nostro territorio, già martoriato da bracconaggio, cementificazione, trivellazioni, discariche abusive e commercio illegale di fauna selvatica».


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