Le lavoratrici e i lavoratori morti nei luoghi di lavoro da inizio anno al 15 novembre 2018 sono 634 secondo l'Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro, l'unico sito che monitora in tempo reale tutti i morti per infortunio sul lavoro, compresi i non assicurati all'INAIL e i lavoratori in nero. Questo numero è pari al totale dei morti sul lavoro del 2017. L'aumento dei decessi è spaventoso. E' la dimostrazione brutale dell'indifferenza, del menefreghismo e della incapacità di chi governa di affrontare il problema con determinazione e severità .
Paola (CZ), dal nostro corrispondente. Nuovi scavi nell'area Marlane Marzotto di Praia a Mare, ma l'opinione pubblica locale è solo "sfiorata" da questo aggiornamento della vicenda. Nei terreni che circondano lo stabile dell'ormai dismessa area industriale tessile, in questi giorni, sono tornati periti, tecnici specializzati, forze dell'ordine, avvocati e consulenti. E torneranno ancora in quelli a seguire. L'incidente probatorio concesso dal Gip di Paola prevede due perizie derivanti da scavi, carotaggi, prelievi e campionamenti, ma anche una eventuale terza perizia, di tipo medico legale, tossicologica, epidemiologica e statistica.Â
Proprio mentre per stasera alle 18 presso l'ex Lanificio Conte di Schio nella sala Turbine è programmata, dopo il saluto del sindaco Valter Orsi, la presentazione il libro "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" firmato da Giorgio Langella per la collana Vicenza Papers curata dal nostro direttore Giovanni Coviello, i carabinieri del Noe di Catanzaro hanno sequestrato lo stabilimento della MarlaneMarzotto di Praia a Mare, dismesso nel 2004, nell'ambito di una inchiesta della Procura di Paola, nota come Marlane Marzotto bis (fa seguito alla prima con tutti gli imputati tra cui Pietro Marzottoassolti in appello per varie motivazioni) sul decesso di 30 operai e la malattia di altri 12 provocati, secondo l'accusa, dalle esalazioni tossiche sprigionate dalla sostanze usate nella produzione.
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Giorgio Langella, segretario del PCI Veneto, ci invia la risposta, che pubblichiamo, all'invito al convegno promosso da ANPI e Giuristi Democratici di Venerdì 23 giugno ore 17.00 in Sala Stucchi, Palazzo Trissino, Vicenza su "Resistenza e diritto di resistenza. Dalla lotta antifascista all'esperienza No Dal Molin a Vicenza. Con quali mezzi i cittadini possono opporsi alla violazione dei diritti costituzionali?")
Approfitto per esprimere un pensiero (che poi è una richiesta esplicita). Tra i diritti costituzionali violati ogni giorno penso si debbano tenere in debito conto quelli del lavoro, a partire da quelli della sicurezza nei luoghi di lavoro. Dall'inizio dell'anno sono morti oltre 300 lavoratori (è il dato più alto dal quando l'Osservatorio indipendente di Bologna morti sul lavoro - che documenta i caduti sul lavoro, anche quelli "non assicurati Inail" - operai).
Dal nostro corrispondente a Praia a Mare. Dell'eventualità che dalla procura di Paola, in provincia di Cosenza, si volesse rimettere mano al procedimento per le morti bianche delle tute blu della Marlane Marzotto di Praia a Mare e all'inquinamento dell'area industriale a pochi metri dal Mar Tirreno si era iniziato a parlare a luglio dell'anno scorso (nella foto ritrovamenti di rifiuti tossici nell'area, ndr). Ma la voce circolava già durante il processo di primo grado alla proprietà e ai dirigenti della fabbrica tessile chiusa nel 2004, tra cui Pietro Marzotto presidente del gruppo vicentino dal 1982 al 1998. Nei corridoi e nelle aule del tribunale di Paola, infatti, da più parti si sussurrava di un nuovo elenco di potenziali parti civili. Del resto non è mai stato un mistero che gli ex operai hanno continuato a morire. Anno dopo anno.
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Praia a Mare. In una fredda mattinata, quella di oggi, lunedì 16 gennaio 2016, si è forse aperto un nuovo capitolo nella vicenda relativa all'area industriale di Praia a Mare, in provincia di Cosenza, dismessa nel 2004 dal Gruppo Marzotto. Da anni si sospetta che nei terreni che circondano la fabbrica della Marlane Marzotto per diversi ettari di superficie siano state interrate tonnellate di rifiuti tossici provenienti dagli scarti di lavorazione della fabbrica tessile. Lavorazioni che inoltre, secondo l'originaria ipotesi d'accusa della locale procura, essendo svolte in un regime di omissione dei necessari dispositivi per la sicurezza sui luoghi di lavoro (reato che intanto è andato in prescrizione, ndr), avrebbero ucciso 107 operai e fatto ammalare di tumori molte altre tute blu.
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