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Tagli da Roma alla sanità, Luca Zaia: "puniti i nostri giovani e incapaci di migliorare l'assistenza ai malati". Pronta la risposta dell'opposizione dem

Di Note ufficiali Giovedi 28 Settembre 2017 alle 16:18 | 0 commenti

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Luca Zaia, presidente della regione Veneto, sostiene desolato in questa nota ufficiale: "In questo paese il futuro dei giovani conta solo a parole. Nei fatti, invece, succede che l'Università di Padova (e le altre venete non stanno meglio) si vede costretta a tagliare 91 posti nei corsi di laurea per le professioni sanitarie (infermieri, ostetriche, dietisti ecc.) perché il Ministero dell'Università ha tagliato pesantemente il numero di posti da mettere a disposizione dei ragazzi. Siamo stanchi di combattere per avere ogni volta ciò che serve allo sviluppo del Veneto e dei Veneti, nella sanità come in tanti altri settori."

"A questo punto - continua la nota - non c'è che una via d'uscita: l'autonomia che cominceremo a prenderci dopo il referendum del 22 ottobre prossimo. La formazione in sanità e il reperimento delle professionalità che servono a far funzionare al meglio l'assistenza in Veneto sarà uno dei settori sui quali investiremo quello che serve utilizzando parte dei 15,4 miliardi di euro di tasse che i Veneti mandano a Roma senza ricevere di ritorno nemmeno un euro e che, con l'autonomia, vogliamo destinare, almeno in parte al territorio invece che lasciarli per gli stipendi di ventimila forestali della Sicilia."

"In sanità in particolare - incalza Zaia - siamo al paradosso: negli ospedali e nelle strutture pubbliche il personale è ridotto ai minimi termini, ma il Ministro Valeria Fedeli firma un atto che riduce ancora la formazione dei giovani. A cosa punta il Ministero - si chiede Zaia - a favorire l'assunzione di stranieri, magari attraverso coop compiacenti, e a lasciare a casa i giovani veneti? Non se ne parla nemmeno".

"Alla sanità veneta servono più posti? O ce li danno o ce li prendiamo - prosegue la nota -. Abbiamo il diritto di averli e abbiamo il dovere di pensare prima ai nostri giovani. Riuscirci è possibile: basterà sedersi a un tavolo con le Università e con i manager pubblici che la sanità la gestiscono quotidianamente, concordare il numero necessario e sufficiente e usare parte delle tasse venete che ora vanno a Roma per finanziare i posti nei corsi di laurea".

"Stia tranquilla Roma - conclude Zaia - così facendo non chiederemo nulla al Governo nazionale. Semplicemente ci arrangeremo, usando per le necessità dei veneti le tasse dei veneti".

Subito pronta la risposta congiunta dell'on. dem Filippo Crimì e del segretario regionale Veneto PD Alessandro Luigi Bisato: "Il Governatore Zaia torna sul tema delle professioni sanitarie criticando la ripartizione dei posti fatta dal Ministero dell'Istruzione ma che la stessa Regione Veneto, che ha diritto di veto in conferenza Stato-Regioni, ha votato. Confusione o semplice propaganda? Anziché criticare le scelte della sua stessa amministrazione il Governatore dovrebbe pensare ad aprire i concorsi per infermieri, ostetrici e tecnici radiologi viste le carenze nelle corsie degli ospedali Veneti."


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