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Scuola, Elena Donazzan: "con l'autonomia lotterò perchè i c.d. professori "mordi e fuggi" non abbiano vita facile in Veneto"

Di Note ufficiali Lunedi 25 Settembre 2017 alle 17:15 | 0 commenti

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"Con l'autonomia del Veneto non accadrà mai più quello che è accaduto a Bassano che è tutt'altro che un episodio isolato". Esordisce così l'assessore regionale all'istruzione, Elena Donazzan, commentando il caso di un insegnante che al liceo Gian Battista Brocchi di Bassano del Grappa ha ottenuto una supplenza ed è poi tornato al sud, innescando forti polemiche e un dibattito tra etica e diritto sui cosiddetti professori 'mordi e fuggi'. "Condivido il comportamento del preside del liceo Brocchi Gianni Zen - riprende Donazzan - che ha la responsabilità di una scuola d'eccellenza e del governo di una complessità di docenti la cui motivazione all'insegnamento viene colpita duramente dal comportamento isolato di qualche collega".

"Approfittare della bontà delle leggi, creando danni alla collettività, è deplorevole - prosegue la referente regionale - ma ancor più se a farlo è un docente, per almeno due motivi: il cattivo esempio che dà agli studenti e il danneggiamento della reputazione della classe docente".

"Quello che è accaduto mi convince ancor più - continua la nota - sulla bontà del processo di maggiore autonomia per il Veneto che, proprio per quanto riguarda la delicata materia dell'istruzione, ha un disegno preciso e che potremmo semplificare con quanto di competenza per la Provincia autonoma di Trento: scelta dei docenti attraverso una programmazione regionalizzata; maggiore responsabilità e maggiore autonomia dei presidi nella valutazione degli insegnati porteranno certamente a cancellare alcune storture. Se il Veneto avesse già questa autonomia quel professore non avrebbe mai avuto l'incarico di ruolo e avrebbe avuto ben chiaro che la scuola non è un parcheggio sociale per se stessi o una sicurezza ma è il luogo della crescita e della formazione di una nazione".

L'assessore Donazzan chiederà all'ufficio scolastico regionale quanti posti di ruolo non sono occupati dal legittimo titolare e per quale ragioni.
"Se un avvocato è di ruolo e in aspettativa da cinque, sei anni, e - chiosa Donazzan - costringe la scuola a cambiare docente ad una classe, non garantendo la qualità dell'insegnamento, non va affatto bene. Se quello stesso libero professionista non ha a cuore la scuola e diventa il tappo per un altro docente, magari precario da dieci, quindici anni, che potrebbe avere una vocazione all'insegnamento maggiore, va tolto dal ruolo. Vedremo così scendere in modo significativo il numero di precari, garantendo la continuità didattica che tanto impensierisce le famiglie".


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