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Vaccini, Roberto Ciambetti: "sospensione prudenziale del decreto Mantoan scelta oculata, norma è troppo confusa e serve interpretazione super partes"

Di Note ufficiali Giovedi 7 Settembre 2017 alle 16:43 | 0 commenti

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"Sospensione prudenziale del Decreto sui vaccini da parte del dottor Domenico Mantoan? Scelta oculata, mi sembra, ma ancor più importante è il quesito posto al Consiglio di Stato sull'interpretazione del passaggio controverso che vede contrapposti i tecnici ed esperti regionali a quelli del ministero," Il Presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, interviene nella polemiche sui vaccini ricordando come "La legge, in effetti, non è per nulla chiara, lascia adito a troppe letture per cui è meglio risolvere la questione con un parere autorevole e autentico che metta chi deve assumere decisioni, in questo caso il dottor Mantoan, nella migliore condizione possibile e senza fraintendimenti.

Non dimentichiamo che il dottor Mantoan infatti, con il decreto che ora ha sospeso in via prudenziale non aveva fatto altro che dare applicazione alle norme introdotte dal ministro della salute Beatrice Lorenzin: se le norme sono contraddittorie e confuse non è di certo colpa dei nostri tecnici e non è, se permettete, nemmeno colpa dei politici che sul caso non avevano alcuna competenza. Sintetizzando diciamo che c'è un punto controverso, su cui i tecnici regionali danno una interpretazione difforme da quella emergente a Roma e riguarda la decadenza dall'iscrizione a Nidi e asili per i bambini tra 0 e 6 anni: ora tocca al Consiglio di Stato diradare ogni dubbio e dare una interpretazione autentica a questo come a tutti gli altri passaggi".

"Detto ciò molte polemiche mi sono sembrate strumentali, alimentate ad arte con false notizie, tante dimenticanze, nessun approfondimento prendendo la problematica dei vaccini come un'arma impropria, magari per attaccare il Veneto e le sue istanze. Si è volutamente dimenticato che il Veneto - continua Ciambetti - sin dal novembre 2016, quindi in epoca non sospetta e anticipando le disposizioni ministeriali, aveva fissato l'obbligo del tetto minimo del 95 per cento dei bambini vaccinati presenti nelle scuole dell'Infanzia, cioè appunto tra 0 e 6 anni e già da sola questa scelta politica la dice lunga sull'approccio alle problematiche in materia. Se poi, ripeto, si vuole fare disinformazione sulla pelle della gente, allora la faccenda è ben diversa. In questi giorni ne abbiamo lette di tutti i colori ma mi permetto di dire che non si possono confrontare le performance del sistema veneto, anche nel campo delle vaccinazioni, con quelle di Regioni che non hanno neanche l'anagrafe vaccinale: se fossi un genitore sarei preoccupato se vivessi in una regione dove non esiste questa anagrafe, perché lì sì ci sono veramente le premesse per lo sviluppo di malattie che potrebbero invece essere contenute e ridotte ai minimi termini, non certo in Veneto dove, come dicevo, sono già state adottate misure chiarissime".

"Oggi, con un atto che mi auguro serva a rasserenare il clima fin troppo avvelenato, il decreto al centro di tante supposizioni viene sospeso e si chiedono lumi al Consiglio di stato: come è accaduto per tante altre leggi varate in maniera frettolosa dai governi che si sono succeduti negli ultimi anni anche queste norme sui vaccini erano a dir poco fumose, contraddittorie, con troppe ombre e difficoltà di interpretazione" .


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