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Rientra lo sciopero alla Fercam di Altavilla, Rizzo: "Questione complicata, dipendenti liberi di decidere"

Di Piero Zanin Lunedi 20 Febbraio 2017 alle 11:23 | 0 commenti

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"Dovrà intervenire il ministro - Spiega Andrea Rizzo, segretario generale Filt Cgil di Vicenza- la situazione è complicata: questa mattina alle sei e mezza eravamo pronti ad aderire allo sciopero deciso a livello nazionale, ma i lavoratori dello stabilimento Fercam di Altavilla Vicentina ci hanno ripensato. Inutile prendersela con l'azienda è tutta colpa di Artoni". Poche parole che mostrano, però, quanto sia complicata la vicenda che vede affrontarsi le due aziende e i loro amministratori delegati Thomas Baumgartner e Anna Maria Artoni . Un tira e molla simile a quello di due innamorati giunti al litigio finale.
Per capire la vicenda occorre fare un passo indietro: ad inizio febbraio era trapelata la notizia del matrimonio tra i due gruppi industriali, già pronta anche la campagna marketing che spiegava come il gruppo altoaltesino avrebbe acquisito il ramo logistico dell'azienda di Reggio Emilia che conta 70 centri operativi in tutta Italia.

Lo scorso 16 febbraio, però, l'improvviso dietro front di Fercam, spiegato così dall'amministratore del gruppo ai media: "Un mese fa si poteva discuterne; ora l'azienda reggiana sta colando a picco e l'affare non è più proponibile. L'operazione non si farà". Decisione che sembrerebbe essere stata presa dopo che l'azienda ha potuto avere accesso a tutti dati sensibili del gruppo Emiliano.
Pronta la risposta di Artoni che vedendosi attaccata ha minacciato le vie legali con l'aut-aut: "O Fercam rispetta gli accordi o si andrà in causa, abbiamo subito una gravissima lesione da parte dal Gruppo Fercam il quale, dal un lato, ha inaspettatamente quanto illegittimamente interrotto un processo di trasferimento del principale ramo d'azienda Artoni in capo ad una società neo costituita dal citato gruppo bolzanino, dall'altro ha causato un danno d'immagine".
La questione resta sospesa, ma con queste premesse, sembra difficile che i due gruppi industriali possano trovare un accordo. Nel mezzo, però, ci sono i lavoratori che vedono i loro posti in possibile pericolo e tra loro quelli dello stabilimento vicentino. In 65 tra dipendeti diretti di Artoni e assunti da coperative attendono di conoscere la loro sorte. Averebbero potuti essere assunti, se l'accordo tra le due aziende, fosse andato a buon fine. 25 di questi, i dipendenti delle cooperative, attendono anche alcune buste paghe arretrate.
"I lavoratori sono stati lasciati allo scuro di tutto, senza direttive dalla direzione -specifica  Rizzo- oggi noi eravamo pronti allo sciopero. Ma alla fine sono stati gli stessi dipendenti a cambiare idea. In altri stabilimenti, in altre zone d'Italia non è andata così".


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