Punto nascite di Valdagno, le posizioni sulla chiusura: Regione, Pd, M5S, Cgil
Giovedi 12 Luglio 2018 alle 18:13 | 0 commenti
Tutte le note ufficiali sulla vicenda del Punto nascite di Valdagno
L’assessore alla sanità , Luca Coletto, ha incontrato oggi a Roma il sottosegretario alla Sanità , Maurizio Fugatti, per esaminare la situazione dei punti nascita di Valdagno, Piove di Sacco e Adria che il “Comitato Percorso Nascita Nazionale†ha deciso debbano essere chiusi in quanto non raggiungono il tetto di nascite/anno previsto dalle normative varate dal precedente governo. L’assessore alla Sanità ha avviato col Governo un dialogo al fine di armonizzare i punti nascita col Piano socio-sanitario regionale in via di formalizzazione, evitando da un lato di privare i territori di strutture essenziali ma, contemporaneamente, di restare nei paletti fissati dalla legislazione nazionale.Â
Quando si parla dell'Ospedale “San Lorenzo†di Valdagno, si parla di una struttura su cui negli anni sono stati fatti significativi investimenti e che, in quanto ospedale con “specificitaÌ€ montanaâ€, garantisce il diritto alla salute di una popolazione che risiede in un territorio esteso e dalla mobilitaÌ€ spesso difficile.
Per queste ragioni, la FP CGIL eÌ€ convinta che sia fondamentale continuare ad investire, di certo non tagliare servizi all'interno del “San Lorenzoâ€, sia in termini di dotazioni strumentali che di personale.
Da questo punto di vista, l’ipotesi di chiusura del punto nascite, servizio che nel tempo ha dimostrato di essere di elevata qualità, rischia al contrario di rendere sempre più marginale la funzione dell'Ospedale di Valdagno nell'ambito del sistema dei servizi Ulss 8, ragione per cui non si può non esprimere seria preoccupazione.
E' d'altro canto fondamentale non sottovalutare in alcun modo il tema sicurezza...dei bambini, delle madri, degli operatori sanitari che devono poter operare in condizioni ottimali. Non si puoÌ€ quindi tacere il fatto che il pronunciamento del “Comitato percorso nascita nazionaleâ€, organismo di natura tecnica che ha previsto la chiusura del punto nascite di Valdagno riferendosi al rispetto di alcuni parametri di sicurezza, va tenuto ben presente.
Da questo punto di vista, riteniamo di trovarci di fronte all'ennesimo esempio di una programmazione regionale che non ha saputo raggiungere i propri obiettivi, di una programmazione regionale che ha promesso di poter mantenere operativo il punto nascite di Valdagno, ha dichiarato di voler operare investimenti in questa direzione, ma non eÌ€ stata in grado di creare le condizioni (tecniche, strutturali, di ricettivitaÌ€) affincheÌ questa decisione del “Comitato nazionale†non venisse assunta.
Forse cioÌ€ sarebbe stato possibile attraverso un maggiore e piuÌ€ tempestivo potenziamento del servizio, sia in termini di dotazioni strumentali che in termini di organico (sempre all'osso anche a causa delle limitazioni regionali alle assunzioni di personale), ma anche attraverso la creazione di maggiori sinergie con strutture ospedaliere limitrofe. Sinergia che, forse, avrebbe potuto portare maggiori risultati se, anzicheÌ parlare di due Ulss contigue, si fosse trattato della gestione di servizi nell'ambito di un'unica Ulss provinciale.
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