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Profughi a Recoaro, Alex Cioni del comitato Prima Noi: "Pronti alla mobilitazione"

Di Monica Zoppelletto Martedi 7 Febbraio 2017 alle 17:21 | 0 commenti

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Articolo aggiornato alle 17.21, Comunicato pubblicato alle 16.30

Alex Cioni, portavoce del comitato Prima Noi, riferisce: "In questi minuti la Prefettura di Vicenza ha già preso la sua decisione. Recoaro è diventato un centro di accoglienza e adesso bisogna accelerare delle forme di protesta. Prima però dobbiamo coordinarci con il comitato spontaneo di Recoaro". "Le iniziative vanno messe subito in campo.I cittadini di Recoaro - prosegue Cioni - hanno raccolto 1500 firme e le hanno consegnate al sindaco per la loro contrarietà che l'area sia sotto il controllo della Prefettura, cosa successa in queste ore". Nel mese di novembre dello scorso anno erano già state fatte delle proteste per questa questione. "I recoaresi sono arrabbiati - dice Cioni - proprio adesso che sta avvenendo il rilancio delle terme dove si stanno impegnando molto vedono arrivare i profughi che causano complicazioni al progetto".

"Si parla di 50 profughi - conclude il portavoce di Prima Noi - ma c'è la possibilità di arrivare a 80-90. Il fenomeno dell'immigrazione non va gestito così, si dà ospitalità a questi ragazzi e poi non li si dà alcuna prospettiva. Il lavoro manca a noi".

Di seguito il comunicato di Prima Noi prima dell'aggiornamento

 Da Recoaro Terme in queste ore circola la notizia che l'ex albergo Bersagliere sia stato individuato dalla Prefettura vicentina come "centro di accoglienza straordinaria", quindi come sito sotto giurisdizione governativa. A diffondere questa indiscrezione sono i rappresentanti del comitato spontaneo di cittadini PrimaNoi, i quali fanno presente che se la notizia sarà confermata che si è "dinnanzi ad una grave accelerazione imposta al territorio dall'autorità prefettizia allo scopo di rendere celermente abitabile l'edificio". Nell'attendere conferme ufficiali, il comitato sottolinea l'urgenza di valutare nuove forme di opposizione contro "l'ennesima prepotenza di uno Stato che si dimostra ancora una volta lontano dai bisogni dei cittadini ma pronto a calpestare gli interessi delle comunità locali per tutelare migliaia di sedicenti profughi". "Non è più il tempo delle chiacchiere e dei puerili distinguo, bisogna agire immediatamente per promuovere una mobilitazione pacifica nell'azione ma determinata nei toni - precisano - che unisca in uno spirito di solidarietà, tutti quei cittadini delle varie comunità del vicentino già interessate dalle medesime problematiche". Per il comitato, da quasi due anni impegnato alla costruzione di un fronte trasversale contro la gestione dissennata dei richiedenti asilo, è giunto il momento di "alzare la testa senza paura, se non altro per complicare il lavoro dei funzionari governativi impegnati a riempire i nostri paesi di soggetti che molto presto creeranno seri problemi alle nostre comunità".

 

 


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