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Piano anti-siccità per l’eccezionale stagione di caldo e arsura

Di Note ufficiali Sabato 16 Giugno 2018 alle 18:13 | 0 commenti

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Primi interventi del Piano anti-siccità della regione Veneto: la Giunta regionale - come spiega questa nota ufficiale - su proposta dell’assessore all’agricoltura e alla bonifica, ha approvato i primi interventi del piano irriguo nazionale stanziando un milione di euro da affidare ai Consorzi di bonifica perché realizzino, in concessione, le opere concordate. Muove così i primi passi il Piano anti-siccità, messo a punto dopo l’eccezionale stagione di caldo e arsura che ha caratterizzato il Veneto l’estate scorsa, per mettere in sicurezza le colture di pregio della terra veneta.

Il provvedimento della Giunta regionale (che ora passa all’esame della competente commissione del Consiglio regionale) individua i primi interventi da attuare entro l’anno da parte dei Consorzi di bonifica, attraverso l’istituto della concessione. Il contributo regionale arriverà a coprire fino al 90 per cento della spesa, che avrà un valore complessivo di investimento di 1,3 milioni di euro.

Le opere finanziate sono:

  1. Il completamento delle opere di adduzione per l’impinguamento del bacino irriguo Valcinta (contributo regionale di 150 mila euro al Consorzio di bonifica Adige Euganeo di Este);

  2. il potenziamento dell’impianto irriguo Cavana, a Villadose, a servizio del sistema di adduzione principale (95 mila euro al Consorzio di bonifica Adige Po di Rovigo);

  3. l’ammodernamento di canalette e manufatti irrigui nel bacino Delta Brenta, nel territorio dei comuni di Codevigo e di Chioggia (120 mila euro al Consorzio di bonifica Bacchiglione di Padova);

  4. l’ammodernamento del sistema di automazione dell’impianto di irrigazione collinare a Pianezze e Marostica e del sostegno ad uso irriguo in località Lupia di Sandrigo, nel fiume Tesina, nonché la riqualificazione della risorgiva del Fontanon del Diavolo, a Gazzo (tre interventi, rispettivamente di 40 mila, 54 mila e 55 mila euro, per un totale di 149 mila euro di contributo al Consorzio di bonifica Brenta di Cittadella);

  5. il completamento dell’impianto irriguo di Caerano (250 mila euro al Consorzio di Bonifica Piave di Montebelluna);

  6. l’ammodernamento della centrale di sollevamento dell’impianto in pressione Spolverina a san Giorgio dei Salici, località del comune di Sona (157 mila euro per un intervento del costo complessivo di oltre 350 mila euro, a carico del Consorzio di bonifica Veronese di Verona);

  7. il ripristino della funzionalità, con lavori di somma urgenza, dell’opera di regolazione del fiume Guà Frassine, a Cologna Veneta (79 mila euro al Consorzio di bonifica Lessinio Euganeo Berico di Cologna Veneta, Verona).

“Dei 600 mila ettari di superficie agricola del Veneto – spiega l’assessore all’agricoltura – poco più di un terzo, circa 250 mila sono dotati di una rete irrigua dedicata. Il resto attinge acqua dai canali, che sono ad uso promiscuo, cioè sia di scolo che di irrigazione. Sono queste le aree che vanno maggiormente in sofferenza a causa dei cambiamenti climatici in atto, in particolare nei mesi del grande caldo o di assenza prolungata di precipitazioni, per le quali è necessario pensare un programma generale di interventi irrigui, a breve, medio e lungo termine”.

“Con la legge di bilancio 2018 la Regione Veneto si è dotata di un programma di opere e interventi per mitigare i danni provocati dai cambiamenti climatici e potenziare le infrastrutture idriche – ricorda l’assessore – predisponendo anche un piano straordinario delle priorità, grazie alla banca dati dei progetti infrastrutturali dei Consorzi di bonifica del Veneto che hanno mappato le necessità del territorio e gli interventi più urgenti da realizzare. Ora con il questo primo stanziamento di 1 milione di euro la Regione fa da ‘starter’ e mette in moto la ‘macchina’ degli investimenti consortili”.

“Il ruolo dei Consorzi di bonifica è sempre più necessario e fondamentale –conclude l’assessore regionale – non più solo per difendere la terra veneta da paludi e garantire lo scolo delle acque, ma soprattutto per la gestione della rete idraulica e per garantire a tutte le aree coltivabili del Veneto il fabbisogno idrico, utilizzando anche le acque piovane”.


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