Pesticidi, l'on. Silvia Benedetti (M5S): "serve responsabilità etica anche da parte dei produttori"
Giovedi 30 Novembre 2017 alle 18:19 | 0 commenti
"Questa mattina a Roma sono intervenuta con molto piacere all'iniziativa "Pesticidi dentro di noi" assunta da diverse associazioni ambientaliste che da anni si battono contro l'uso di queste sostanze e per una alimentazione consapevole alternativa. Ancora una volta emerge, sulla base di analisi condotte su un campione di cittadini prima e dopo una cura quindicinale totalmente pesticidi free, quanto forte sia la presenza di tali sostanze tossiche e dannose nel nostro organismo e quanto, attraverso una alimentazione bio, sia possibile diminuirne l'impatto."Â
Questo il commento della deputata Silvia Benedetti (M5S) in merito ai risultati delle analisi della campagna web contro i pesticidi resi noti oggi 30 novembre in un incontro organizzato da Federbio con Isde, Legambiente, Lipu e WWF a cui ha partecipato.
"Per invertire la rotta qualcosa si può fare. Proprio in questi giorni è in discussione la legge di bilancio su cui stiamo intervenendo con proposte emendative concrete per avvantaggiare chi usa prodotti fitosanitari consentiti nel biologico. Intendiamo inoltre chiamare in causa le aziende produttrici di pesticidi aumentando la percentuale del loro fatturato da destinare al fondo per l'agricoltura biologica", prosegue la deputata padovana.
"Purtroppo conosciamo bene - prosegue la nota - quanti e quali siano gli interessi che ruotano attorno a fitosanitari e fitofarmaci: si tratta di capitali giganteschi nelle mani di potenti multinazionali che hanno tutto l'interesse ad alimentarne il mercato, a costo di inquinare irreversibilmente l'ambiente e danneggiare la salute dei cittadini. Il rinnovo di pochi giorni fa su scala europea per l'uso del glifosate, erbicida cancerogeno primo al mondo, ne è una dimostrazione molto chiara."
"Servono adeguati investimenti - conclude l'onorevole - per incentivare la ricerca indipendente dagli interessi economici, posto che sarebbe ora che ci fosse un sussulto di responsabilità anche sul piano etico, quindi anche da parte dei produttori di fitofarmaci. Guardare al profitto, senza valutare le conseguenze che producono le azioni che si mettono in campo, ci sta portando in un vicolo cieco."
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