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Nuova condanna per Bossi, l'ex senatore leghista Ellero che se andò ben prima: "Nella Lega finanziamenti illeciti e prostitute ma gli altri dove erano?"

Di Piero Zanin Martedi 25 Luglio 2017 alle 11:31 | 0 commenti

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"Delle due l'una o sono una banda di imbecilli o tutti sapevano e ora fanno finta di niente".  L'ex senatore Renato Ellero non ha dubbi nella Lega di Umberto Bossi finanziamenti, capitoli di spesa e regolamenti erano facilmente aggirabili. Un'accusa che sembra trovare conferma  da quanto deciso dal Tribunale di Genova che ha ritenuto colpevoli il senatur e il suo storico tesoriere Francesco Belsito per truffa ai danni dello Stato. Enorme la cifra del maltolto: 56 milioni di euro, secondo l'accusa, 48 alla fine per il giudice. Di due anni e sei mesi di reclusione la pena decisa per Bossi e di quattro anni e dieci mesi per il tesoriere. Secondo Ellero dentro la Lega Nord, dal quale il senatore se ne andò proprio in polemica con Bossi, i reati accertati sono solo la punta dell'Iceberg.

"Sono stato per molto tempo in polemica con Bossi, ma credo che ci sia un prima e un dopo Ictus. Si è trovato in situazione di difficoltà sia fisica che psicologica  e questo lo ha reso più debole anche nella capacità di selezionare i suoi collaboratori."

Proprio sulla gestione del partito da parte di "the Family", come venne soprannominato dai pm di Milano l'entourage di Bossi, si è giocato il processo. Secondo l'impianto accusatorio nel periodo tra il 2008 e il 2010 sarebbero stati presentati rendiconti irregolari al Parlamento per ricevere indebitamente fondi pubblici. Soldi utilizzati in gran parte per le spese personali della famiglia Bossi. Tra i condannati anche i tre ex revisori contabili del partito Diego Sanavio, Antonio Turci e Stefano Aldovisi e i due imprenditori Paolo Scala e Stefano Bonet.

"Non mi stupisce- spiega l'ex senatore Ellero- c'erano un certo numero di questioni che non andavano bene. Faccio un esempio, ad un certo punto il partito organizzò delle squadre chiamate timer formate da studenti universitari che dovevano suggerire cosa dire ai parlamentari. Si figuri, studenti che dicono cosa fare a professori. In molti si accorsero però che alcune delle signorine incaricate di portare i bigliettini non erano nemmeno studentesse, erano tutte belle e credo che al massimo studiassero l'anatomia maschile. Il tutto pagato con finanziamenti pubblici."

"Queste cose non erano nemmeno tanto strane - continua Ellero- le regole si raggiravano spesso. Bossi mi chiese, ad esempio, di fare qualcosa per promuovere un'addetta stampa ad un esame all'università di Padova. Non accettai, il corso non era mio e comunque queste cose non le faccio".

Dopo l'avvio delle indagini nel 2012, Bossi fu costretto ad abdicare lasciando prima la guida del Carroccio a Maroni e poi al nuovo corso, con Matteo Salvini. Secondo l'ex senatore Ellero, però, le cose non sono cambiate di molto: "Io me ne andai e anche altri parlamentari in seguito sono usciti dalla Lega. Non credo però sia cambiato molto. Mi risulta che Maroni sia sotto indagine a Milano e per quanto riguarda Zaia credo sia impossibile che non sapesse nulla di quanto hanno fatto Galan e la Sartori con il Mose e nella sanità pubblica. Delle due l'una, se non sapeva nulla è un imbecille, se sapeva ora tace ed è chiaro perché si trova ai vertici."

L'attuale leader della Lega Nord Matteo Salvini ha commentato così la condanna di Bossi: "Umanamente dispiace, ma parliamo di un'altra era." A livello regionale, invece, Il governatore del Veneto Luca Zaia si è sempre dichiarato estraneo e all'oscuro di quanto commesso da Galan, condannato a due anni e dieci mesi per lo scandalo Mose, né la magistratura ha mai proceduto a suo carico.

Ma un'altra domanda incombe: gli organi parlamenentari preposti a controllare i rendiconti falsi della lega Nordi di Bossidove dormivano?

 

 


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