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Gang Bank alla cena Apindustria a Bassano, Gianluigi Paragone: "la casta della finanza è quella che sovrasta politica e Costituzione. Caso Boschi? Il problema è il sistema!"

Di Giovanni Coviello (Direttore responsabile VicenzaPiù) Domenica 14 Maggio 2017 alle 16:13 | 0 commenti

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Venerdì 12 maggio alla tradizionale cena di asparagi organizzata dal Consiglio Direttivo di Apindustria Confimi Vicenza di Bassano del Grappa, presietuto da William Beozzo, presso il Ristorante Castello Superiore di Marostica ospite dì'onore della serata è stato Gianluigi Paragone, giornalista, conduttore de "La Gabbia" su LA7 e autore del libro "Gang Bank", una denuncia sui legami tra politica e finanza che svuotano la democrazia e il nostro portafoglio. Ascoltare dal vivo l'autore del libro, giornalista da ring a La7 ma anche ex vice direttore di Rai 2, come lui stesso ha ammesso, è ben altra cosa: "Non devo lanciare la rete da pesca e tirare a bordo tutti gli spettatori possibili, posso confrontarmi con i presenti e verificare le reciprohje visioni e opinioni".

In questa affermazione c'è il succo della serata, da tutto esaurito per la felicità di William Beozzo e del presidente provinciale Flavio Lorenzin e molto apprezzata anche da chi vi scrive non tanto per i classici asparagi e per la stupenda vista di Marostica dal Castello Superiore, ma soprattutto per quello che Paragone ha detto e fatto vedere anche con delle immagini di una serie di messaggi pubblicitari in cui la società liquida, quella in cui il prodotto da vendere non è un più manufatto o un servizio ma proprio l'utente dei social, che li attirano nella loro rete per profilarli e vendere di fatto al mercato i loro dati, e in cui è la finanza a generare guadagno e non il prodotto ceh si pensa di acquistare.

Da qui, ha "denunciato" Paragone, le mille offerte in cui le "cose" che si pensa di comprare passano in secondo piano vista la tecnica di offrirle in omaggio associate a quello che il venditore vuole cedere al cliente, tipicamente prodotti finanziari, o di proporle a costi rateali "affascinanti" in cui il business è nei margini finanziari e non nel valore aggiunto di base del prodotto o del servizio.

In questo quadro, che domina il mercato di base e "popolare", si capisce come ai "livelli superiori", quelli del "sistema" che plasticamente in Italia si identifica in Banca d'Italia e Consob, la finanza, dice Paragone a voce e spiega in Gang Bank con ricchezza di riferimenti e dati precisi, sia il vero manovratore del mondo per cui il tiro al piccione contro la casta della politica, di fatto guidata a vista da banche e fondi, è anche ingiusto, specialmente nei confronti in chi amministra la politica nel territorio, come i sindaci.

Qui è scoppiato l'applauso incondizionato degli amministratori locali presenti, mediaticamente "capeggiati" da Morena Martini, sindaco di Rossano Veneto, al tavolo con Marika Dalla Malle di Marostica, Leopoldo Bortolan di Bressanvido, Massimo Pavan di Mason, Graziella Stefani di Conco, Orio Micellin di Pove, Valerio Lago di Tezze e Paolo Bordignon di Rosà oltre che con gli assessori Giannina Scrimin di Cassola e Linda Munari di Bassano...

Interessanti le domande, tra cui, anche se scontata, quella su Maria Elena Boschi a cui Paragone, in stile Gang Bank ha risposto in maniera poco scontata e da noi condivisa: "Boschi è un falso problema, se ha detto delle bugie la caccino dal Pd, ma il problema vero sono Banca d'Italia, Consob e i poteri finanziari!.

Una conclusione che invita a leggere il libro di Gianluigi Paragone, che non parla delle solite storielle sulla banche che tutti ora scrivono a buoi scappati dalla stalla, ma è un'analisi critica delle leve liquide che cercano di liquidare i nostri diritti a partire da quelli costituzionali: lavoro e risparmio.

 

Ecco la recensione del libro

"'Caro risparmiatore, i suoi soldi sono i nostri. Pertanto non ce li chieda, perché noi li facciamo girare nel nostro interesse. Nel caso non fosse soddisfatto del servizio, non importa: tanto non ci troverà. Siamo nell'era del mondo liquido, dei servizi immateriali, dei call center'. Non sarebbe meglio se ce lo dicessero così chiaramente, invece di illuderci con pubblicità da Baci Perugina? Almeno uno lo sa. Lo sa. Quelle che ci mancano in realtà sono le informazioni, è la conoscenza. Noi andiamo sulla fiducia, loro sulla nostra ignoranza. Loro sono il GangBank: un sistema di saccheggio instaurato dalle élite - colossi bancari, fondi d'investimento, agenzie di rating, multinazionali - che controllano la finanza globale. Dilagano come orde barbariche mosse da una sete inestinguibile, non limitandosi ad applicare le loro spietate strategie, ma spacciandole addirittura per interventi salvifici. L'Italia è un tragico esempio. Per venticinque anni è stata un perfetto terreno di caccia. Con il beneplacito di politici, il modello sociale e imprenditoriale italiano - che il mondo ci invidiava - è stato indebolito e smantellato. Al grido, ripetuto come un mantra da media e politici, di 'il pubblico è male, il privato è bene', 'siamo troppo spreconi' e "'ce lo chiede l'Europa', ci siamo indebitati, abbiamo perso il lavoro, i diritti, le tutele sociali e democratiche. I danni ormai sono così gravi che non si può fingere di non vederli. GangBank è un atto d'accusa senza sconti, che non ha paura di fare i nomi dei colpevoli e di svelarne i misfatti." 


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