Fiducia, Stefano Fracasso (PD): "la maggioranza bluffa. E' una questione di ‘finta fiducia' fatta esclusivamente per mettere la museruola al Consiglio regionale"
Martedi 12 Settembre 2017 alle 15:57 | 0 commenti
"La maggioranza vuole rompere il patto che ha portato alla nascita dello Statuto, approvato all'unanimità , che introduceva il contingentamento dei tempi ma escludeva la fiducia. Che poi, a volere essere onesti, questa proposta di legge è già sbagliata nel titolo. Si dovrebbe parlare di questione di ‘finta fiducia' poiché è prevista la maggioranza semplice. Quella vera, infatti, con maggioranza qualificata, ha una conseguenza chiarissima: se non passa, il Presidente della Regione, come accade per il Governo e il Presidente del Consiglio, è automaticamente dimissionario". Dura la critica espressa da Stefano Fracasso, Capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale del Veneto in avvio della discussione sul Progetto di revisione dello Statuto.
"Luca Zaia potrebbe venire in aula - continua Fracasso - dove non lo vediamo da marzo, a dire una parola sulla necessità di questa modifica. La fiducia è prevista in Parlamento e in alcune Regioni per rispondere a due problemi: le maggioranze eterogenee e la mancanza di regole contro l'ostruzionismo. In Veneto però abbiamo un contingentamento dei tempi senza pari in Italia, con appena 30 ore per discutere del bilancio. L'ultimo è stato approvato in otto giorni: fa ridere il pensare che Regioni come Basilicata o Campania siano portate ad esempio di grande efficienza solo perché hanno introdotto nel loro ordinamento la questione di fiducia. Nel nostro Consiglio l'ostruzionismo è previsto con il jolly, un'eccezione che però può essere esercitata da ciascun gruppo solo una volta per legislatura. Se il problema dei tempi non esiste, come si può facilmente dimostrare, allora è solo una museruola che si vuole mettere all'aula".
"Per questo - conclude Fracasso - la proposta della maggioranza è per noi irricevibile. Non si forza la mano sulle regole del gioco, che devono essere largamente condivise. Com'è accaduto, appunto, per lo Statuto".
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