Caldogno, TAR del Veneto respinge il ricorso di Italia Nostra contro il Centro Equestre
Venerdi 20 Gennaio 2017 alle 11:01 | 0 commenti
Il TAR del Veneto ha respinto il ricorso presentato da Italia Nostra contro il progetto del Centro Equestre di Caldogno. Pienamente riconosciuta, dunque, la legittimità dell'intero e complesso iter burocratico seguito da Comune di Caldogno, Provincia di Vicenza, Regione Veneto, Nuova Caldogno srl, Askoll srl e Italconst spa per arrivare al "via libera" definitivo all'accordo di programma che rende possibile la realizzazione del grande parco verde in un'area di oltre 230 mila metri quadrati attualmente in parte incolta, e in parte utilizzata per coltivazioni intensive, inaccessibile ai cittadini. Qui, come noto, il progetto prevede la realizzazione di un grande parco pubblico aperto gratuitamente 365 giorni all'anno, che ospiterà anche strutture idonee ad organizzare eventi equestri, oltre a fiere, spettacoli, concerti, manifestazioni culturali.
L'ambizioso progetto è il risultato di anni di approfondite analisi del territorio, osservazioni, assemblee, tavoli tecnici di confronto: la prima approvazione del Consiglio Comunale risale al febbraio 2011; a fine 2013 era giunta la dichiarazione di "interesse regionale" dell'opera, seguita nell'aprile 2015 dalla sottoscrizione dello schema dell'accordo tra Regione e soggetto promotore; quindi l'ultima firma del Governatore Luca Zaia per l'esecutività , giunta all'inizio di marzo 2016.
Un iter burocratico che il ricorso presentato da Italia Nostra aveva messo in discussione fin dalle sue fondamenta, reclamando l'illegittimità dello stesso Piano di Assetto del Territorio e del Piano degli Interventi adottati dal Comune di Caldogno, oltre che dell'accordo di programma per il progetto specifico. Se il TAR avesse dato ragione all'associazione, dunque, l'intera programmazione urbanistica del Comune calidonense per gli anni a venire, anche al di là del Centro Equestre, sarebbe risultata completamente da rivalutare. Non solo: all'interno del PAT, infatti, era compreso anche il vincolo di destinazione dei terreni in cui è stato realizzato il bacino di laminazione, il cui intero iter burocratico sarebbe stato messo in discussione nonostante l'opera sia già entrata in funzione, mettendo finalmente in sicurezza dal rischio di nuove alluvioni devastanti le comunità di Caldogno e per Vicenza.
Il tribunale regionale, tuttavia, ha bocciato ogni singolo punto del ricorso presentato da Italia Nostra, come osserva l'avvocato della difesa, Silvano Ciscato: «Accogliamo con soddisfazione il giudizio notevolmente complesso e articolato della sentenza, che ci ha dato piena ragione in ogni aspetto, con il sostegno di un impianto molto solido». Il TAR ha inoltre condannato Italia Nostra al pagamento di 5.000 euro da liquidare a ciascuna delle parti chiamate in causa: Comune di Caldogno, Provincia di Vicenza, Regione Veneto, Nuova Caldogno srl, Askoll srl e Italconst spa. «Siamo sempre stati attenti a seguire ogni passaggio scrupolosamente, perché la salvaguardia e la valorizzazione del territorio è stata la nostra priorità assoluta - osserva Marcello Vezzaro, ex sindaco ed attuale assessore all'Urbanistica del Comune di Caldogno -. Il TAR ha confermato che abbiamo agito correttamente. Adesso ci auguriamo che si creino le condizioni favorevoli perché il privato porti a compimento quest'opera di interesse regionale, che porterebbe grandi benefici al nostro tessuto socio-economico, diventando un volano importante anche per la valorizzazione turistica di Caldogno». Soddisfatto anche l'attuale sindaco, Nicola Ferronato: «La nostra amministrazione non si è limitata a gestire il presente, ma si è assunta la responsabilità di programmare responsabilmente il potenziale sviluppo futuro: una filosofia che continueremo a seguire con convinzione».
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