Caldogno, bacino d’invaso sul Timonchio, entro il 2018 l’avvio del primo stralcio da un milione di euro
Martedi 13 Marzo 2018 alle 13:44 | 0 commenti
È divenuta esecutiva nei giorni scorsi la convenzione definita a fine dicembre tra la Regione Veneto e il Comune di Caldogno per la realizzazione delle opere di completamento e di compensazione relative alla realizzazione del bacino d'invaso sul Timonchio che ha messo in sicurezza il territorio calidonense e la città di Vicenza dal rischio di alluvioni come quella del 1 novembre 2010. Un milione e 750 mila euro la somma messa a disposizione dalla Regione nel triennio 2018-2020, di cui un milione per il primo stralcio funzionale da avviare entro il 2018.
Tra le priorità definite nella convenzione, la sistemazione delle strade del territorio comunale compromesse dal cantiere del bacino, in particolare le vie Vegre, Pomaroli e la zona Scartezzini; verranno regimentati gli scoli dell'acqua piovana in via Pomaroli e si metterà in sicurezza anche in caso di piena il ponte sul Timonchio in via Vegre; verrà inoltre reso funzionale il collegamento tra la zona Quattro Strade e le nuove abitazioni realizzate dai proprietari dei terreni agricoli adiacenti.
Regione e Comune confermano inoltre l'attenzione per l'oasi faunistica di Via Vegre: già con il primo stralcio, infatti, si predispone uno studio di fattibilità e sostenibilità per la realizzazione dell'area protetta per la nidificazione degli uccelli migratori, oltre al miglioramento dell'accessibilità alla stessa (parcheggio dedicato, alberature, segnali direzionali e tabelle informative).
Soddisfatto l'assessore all'urbanistica Marcello Vezzaro: «Ancora una volta manteniamo le promesse con i fatti concreti - sottolinea -. Con questa convenzione, le zone che negli scorsi anni hanno dovuto subire maggiori disagi per la realizzazione del bacino saranno opportunamente ripristinate. Inoltre, come abbiamo sempre detto, la Regione in accordo con il Comune valorizzerà l'oasi di via Vegre, sviluppando un progetto che consenta di non compromettere le altre attività che interessano quest'area, in particolare l'agricoltura e l'attività venatoria controllata e regolamentata».
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