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Autonomia, Stefano Fracasso (PD): "ecco le nostre proposte sulle competenze"

Di Note ufficiali Mercoledi 18 Ottobre 2017 alle 23:04 | 0 commenti

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"Noi giochiamo a carte scoperte e la nostra idea di autonomia non abbiamo paura di dirla già ora, senza aspettare il giorno dopo il referendum. Le materie dell'autonomia non sono una questione da trattare un tanto al chilo. Servono poche competenze e mirate. Serve avere autonomia su quelle competenze che possono davvero dare ai veneti più sviluppo e più efficienza". È questa la premessa da cui è partito il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Stefano Fracasso nel presentare - assieme ai consiglieri Cristina Guarda, Francesca Zottis, Orietta Salemi, Alessandra Moretti, Claudio Sinigaglia - la proposta sulle materie rispetto alle quali chiedere maggiori forme di autonomia. 

L'attivazione di quanto previsto nel comma terzo dell'articolo 116 della Costituzione non può che derivare da una valutazione delle opportunità che l'autonomia differenziata può comportare alla comunità veneta, sulla base delle sue esigenze presenti e, soprattutto, future. L'autonomia è uno strumento per assicurare modalità di governo più efficienti ed efficaci, più prossime ai cittadini, laddove opportuno, in grado di valorizzare peculiarità e potenzialità della società regionale. L'autonomia deve essere innanzitutto leva di sviluppo, sostenibile e solidale, che permettere di "investire" sui fattori decisivi della crescita: il capitale umano (istruzione e formazione, tutela della salute), il capitale naturale (tutela e governo del territorio), il capitale economico (lavoro, innovazione, ricerca, giustizia di pace).
In questo processo di differenziazione vanno pertanto riconosciute le competenze utili e prioritarie a questo fine e quelle non opportune o marginali. Altrettanto vanno riconosciute quelle competenze che potenzialmente trasferibili, hanno assunto nel tempo valenze di evidente dimensione nazionale o sovranazionale, sia sotto il profilo normativo che sotto quello regolatorio.
Sulla base di queste considerazioni si ritengono decisive e prioritarie per l'avvio di un processo di attuazione dell'autonomia differenziata le seguenti competenze:
- Istruzione
L'autonomia scolastica diffusa sul territorio può assicurare un nuovo profilo del sistema di istruzione, a partire dalla sua caratterizzazione di autonomia funzionale nella gestione dell'offerta formativa e costruendo intorno ad essa un sistema che ne garantisca la sua adeguata valorizzazione.
Si ritiene perciò di dover avviare la negoziazione con il Governo per l'acquisizione di ulteriori competenze legislative ed amministrative nell'ambito della formazione e dell'istruzione, come previsto dall'art. 116 comma 3° della Costituzione.
Il Veneto richiede una maggiore autonomia regionale in tema di istruzione, al fine di realizzare un sistema formativo più flessibile che preveda percorsi organici orientati a valorizzare le attitudini personali, creando nello stesso tempo, professionalità rispondenti alle specifiche vocazioni del sistema economico e del tessuto sociale del territorio veneto, ferma restando la finalità del sistema d'istruzione di assicurare universalmente gli strumenti adeguati per lo sviluppo e la crescita dello studente come cittadino consapevole e responsabile.
In particolare, rafforzando l'autonomia delle istituzioni scolastiche e ipotizzando anche una loro nuova configurazione giuridica, le ulteriori competenze riguardano la programmazione della rete scolastica e della offerta formativa integrata, la definizione degli organici del personale docente e non docente, le risorse da gestire.
L'autonomia delle istituzioni scolastiche e formative potrà declinarsi in autonomia didattica, organizzativa, finanziaria.

La Regione dovrebbe inoltre acquisire un ruolo di rilievo con riferimento alla programmazione universitaria, ed in particolare all'istituzione dei corsi di studio, consapevole degli assetti dei sistemi universitari e di ricerca a livello nazionale ed internazionale. Resta fermo il rispetto dei livelli essenziali di prestazioni da garantire sul piano nazionale, ai sensi dell'art. 117, secondo comma, lettera m) della Costituzione, ed il rispetto dell'autonomia delle istituzioni scolastiche di cui all'articolo 117, terzo comma, della Costituzione, oltre alla competenza statale in ordine alla spendibilità a livello nazionale delle competenze ed al riconoscimento dei crediti formativi.

- Tutela della salute

Il federalismo costituisce oggi uno dei capisaldi su cui riformare il sistema ed una direttrice prioritaria lungo la quale plasmare e sviluppare i contenuti e le finalità del Piano Socio Sanitario Veneto. Più precisamente la L. n. 42/2009 di delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'art. 119 della Costituzione, dispone il superamento graduale del criterio della spesa storica nei settori di competenza regionale, in particolare nella Sanità. In attuazione della stessa L. n. 42/2009, il Governo ha approvato il Decreto Legislativo che norma il passaggio ad un sistema di finanziamento sulla base dei costi standard dei LEA nel settore sanitario, vale a dire quelli che sono i costi "teorici" efficienti rispetto all'utilizzo dei fattori produttivi ed alla struttura demografica della popolazione.

L'obiettivo è di migliorare progressivamente equità e qualità del sistema nel rispetto del vincolo delle risorse programmate, ampliandone l'efficienza in rapporto alle esigenze concrete, senza pregiudicare qualità e quantità delle prestazioni.
Il passaggio al federalismo fiscale comporta, pertanto, l'introduzione di elementi di forte capacità innovativa all'interno dei Servizi sanitari regionali, pur in un quadro nazionale unitario e con linee di indirizzo e programmazione condivise tra Stato e Regioni.

In Veneto il processo di definizione ed applicazione dei costi standard in maniera contestualizzata, considerando come parametri di riferimento le migliori performance conseguite nelle Aziende Sanitarie nel rapporto costi-benefici, tenuto conto delle caratteristiche demografiche e morfologiche dei loro territori, è già stato avviato. In questa direzione si colloca la determinazione degli obiettivi di qualità ed economicità che le Direzioni Strategiche delle Aziende Sanitarie sono tenute a perseguire.
Tali obiettivi sono già identificati e sono divenuti modelli di benchmarking a livello nazionale!
In Veneto il sistema socio sanitario non comporta squilibri finanziari e non è mai stato oggetto dei cosiddetti piani di rientro.

Nell'ambito della competenza "tutela della salute" il Veneto dovrebbe conseguire ulteriori forme di autonomia per avere:

a. limitatamente agli aspetti di gestione delle risorse destinate al territorio regionale, e nel rispetto dei vincoli complessivi di finanza pubblica e di erogazione dei Livelli essenziali di •assistenza (LEA), la possibilità di rendere più flessibile la capacità di gestione dei vari capitoli di spesa non prevedendo vincoli specifici sulle singole macro voci (ad esempio la spesa sul personale o sui farmaci).
Il sistema di vincoli attuali non permette di attivare concretamente la autonomia gestionale regionale e di porre in essere politiche attive di tutela della salute dei propri cittadini nelle forme ritenute più efficaci;

b. la possibilità di integrare il sistema formativo delle scuole di specializzazione mediche e delle professioni sanitarie in accordo con gli atenei della regione, per garantire la copertura del fabbisogno professionale del sistema sanitario regionale, nel rispetto dei requisiti fissati a livello nazionale;

c. la possibilità di definire misure volte a garantire una più equa accessibilità ai servizi da parte dei cittadini anche rideterminando importi e regole di compartecipazione alla spesa diverse da quelle previste a livello nazionale prevedendo la possibilità di rimodulare le esenzioni per reddito in relazione alle fasce di età, alla composizione del nucleo familiare e a particolari necessità di tutela;

d. una disponibilità regionale di risorse annue sufficiente a garantire la realizzazione degli investimenti necessari a contrastare l'inadeguatezza del patrimonio edilizio e tecnologico delle aziende sanitarie e in particolare delle strutture socio sanitarie del territorio. Le maggiori esigenze legate alla sicurezza delle strutture ospedaliere, la necessità di disporre di soluzioni logistiche e funzionali idonee alla innovazione e alle mutate strategie operative, vanno di pari passo con l'esigenza di completare la realizzazione delle strutture intermedie e delle MGI (Medicine di Gruppo Integrate) in modo da garantire a tutti i territori una equa distribuzione dei servizi e un'adeguata risposta alla cronicità, con particolare attenzione alla Non autosufficienza.

- Governo del territorio, tutela dell'ambiente, beni culturali 

Nell'ambito del governo del territorio e della tutela dell'ambiente, entrambe materie concorrenti, è emersa nel corso degli anni una crescente tendenza dello Stato a codificare, mediante testi unici, la disciplina vincolistica e di protezione. Sul piano amministrativo è tuttavia necessario acquisire una rafforzata competenza legislativa che possa superare la frammentazione di competenze in materia di paesaggio, di edilizia, di pianificazione territoriale, di potere di allocazione delle diverse funzioni (autorizzative, di vigilanza, sanzionatorie).
La rafforzata competenza ha l'obiettivo di potenziare la governance unitaria delle politiche ambientali, dove, fatto salva la prerogativa dello Stato di fissare i principi generali, gli obiettivi di tutela e performance ambientali e le misure di salvaguardia del patrimonio, spetti alla Regione il governo unitario delle politiche e l'organizzazione dei ruoli dei diversi attori territoriali: comuni, provincie, consorzi di bonifica, autorità di bacino, agenzia per l'ambiente.
- Le politiche attive del lavoro
Alla luce della legge di riordino delle competenze delle province e del decreto legislativo n. 150/2015, le funzioni riguardanti le politiche attive del lavoro possono essere oggetto di condizioni particolari di autonomia. Il sistema veneto ha dimostrato elevate performance in questo settore e può ambire al potenziamento dei servizi all'utenza, mediante il "piano di rafforzamento dei servizi e delle misure di politica attiva del lavoro" previsto dal decreto legislativo 150 /2015.
Nel quadro della distribuzione delle competenze allo Stato spetta il potere di indirizzo e vigilanza sui livelli essenziali delle prestazioni nonché di monitoraggio delle politiche attive del lavoro; acquisito un quadro finanziario stabile delle risorse, alla Regione spetta assicurare i livelli essenziali delle prestazioni previste attraverso una autonomia organizzativa dei servizi, integrando erogatori pubblici e privati accreditati, e individuando Veneto Lavoro quale agenzia regionale per le politiche attive.
Si tratta di una rete di 39 centri pubblici e oltre 200 privati accreditati.
Spetta alla Regione l'implementazione di progettualità di intervento su categorie deboli di svantaggio socio/lavorativo.

- Ricerca scientifica e tecnologica, sostegno all'innovazione
In considerazione delle particolari caratteristiche del sistema produttivo veneto è fondamentale costruire un progetto unitario per la ricerca e l'innovazione tecnologica, in cui la Regione rappresenti una reale guida strategica che metta in rete le diverse realtà venete, nazionali, estere e che crei le condizioni per la costruzione di un Innovation Center di rango internazionale. L'obiettivo è quello di avere strumenti normativi che rafforzino l'aggregazione tra i diversi soggetti della rete per l'innovazione e la ricerca, con una politica inclusiva per le start up al fine di garantire una reale dinamicità.
Le maggiori competenze mirano alla possibilità di agire con velocità e flessibilità in sinergia con i sistemi produttivi nazionali ed internazionali al fine di dare garanzie alle nuove e vecchie imprese spesso non facilitate dalla burocrazia pubblica, e di aumentare il rapporto tra R&S (Ricerca e Sviluppo), PIL regionale e Benessere equo e solidale regionale, anche al fine di accrescere la capacità di attrazione del Veneto.
Nel quadro delle politiche nazionali ed europee per la ricerca e l'innovazione (Industria 4.0, Horizon 2020...) è fondamentale creare un reale sistema competitivo in termini di innovazione di prodotto, di processo, di servizio nei vari settori riducendo l'attuale frammentazione e la duplicazione di attività dal punto di vista scientifico e formativo, creando una maggiore sinergia tra Università, Veneto Innovazione e dipartimenti regionali.

- Giustizia di pace
Si ritiene che la Regione debba attivare l'autonomia differenziata in materia di giustizia di pace acquisendo le competenze rafforzate in ordine all'organizzazione territoriale degli uffici di giustizia di pace, la nomina e la formazione dei giudici, gli organici e il personale amministrativo, al fine di rispondere alle esigenze di celerità ed efficienza nel campo dell'amministrazione della giustizia. Rimane salva la prerogativa dello Stato relativamente ai principi generali, ai requisiti minimi di accesso al ruolo di giudice e la determinazione degli standard di servizio.

- Le risorse
A seguito della entrata in vigore della legge di cui all'ultimo capoverso del terzo comma, art. 116 della Costituzione, il Governo è tenuto ad assicurare, con appositi regolamenti, deliberati dal Consiglio dei Ministri e approvati dal Presidente della Repubblica, il trasferimento alla regione delle risorse umane e strumentali precedentemente assegnate all'esercizio delle funzioni statali nelle materie oggetto della legge regionale. Sugli schemi dei regolamenti, prima della loro definitiva deliberazione da parte del Consiglio dei Ministri, deve essere sentita la Regione.
Il finanziamento delle funzioni precedentemente esercitate dallo Stato e assunte dalla Regione, avviene nel rispetto del principio di totale copertura previsto dall'art. 119 della Costituzione, quarto comma, sulla base degli oneri quantificati da ente individuato di concerto tra lo Stato e la Regione. In sede di negoziato sarà definita la quota di compartecipazione al gettito dei tributi erariali riferibili al territorio veneto quale copertura alle funzioni trasferite.

Articolo 116 "ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia"...rimanda a tre competenze della prima parte del 117

Giustizia di pace; Norme generali sull'istruzione; Tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali
Articolo 117....."sono materie di legislazione concorrente ...."

A. rapporti internazionali e con l'Unione europea delle Regioni; si
B. commercio con l'estero; no
C. tutela e sicurezza del lavoro; si
D. istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale; si
E. professioni; no
F. ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori produttivi; si
G. tutela della salute; si
H. alimentazione; no
I. ordinamento sportivo; no
J. protezione civile; si
K. governo del territorio; si
L. porti e aeroporti civili; no
M. grandi reti di trasporto e di navigazione; no
N. ordinamento della comunicazione; no
O. produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia; no
P. previdenza complementare e integrativa; si
Q. armonizzazione dei bilanci pubblici e coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; no
R. valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali; si
S. casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale; no
T. enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale. no

 

 


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